“È evidente che nella maggioranza ci sono dei chiarimenti in atto, ma non per questo sono risultato assente in consiglio comunale al momento di approvare o respingere la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Sono stato costretto ad andar via, ma l'ho fatto perché sapevo che il numero legale sarebbe comunque stato garantito: se non fosse stato così, avrei anche potuto dichiarare la sfiducia al primo cittadino, ma non l'ho fatto. La mia assenza non è stata una scelta politica”. Il consigliere comunale dell'Udc, Nicola Vallarelli, getta acqua sul fuoco delle polemiche divampato venerdì scorso, quando lo stesso Vallarelli non accordò attraverso il voto la fiducia al sindaco, pur essendo espressione del suo stesso partito. “Da parte mia – prosegue il consigliere comunale eletto alle ultime amministrative nelle liste dell'Unione di centro – non c'era la volontà di mandare a tutti i costi il sindaco a casa, così come non c'era l'intento di fare opposizione in maniera strumentale”.
Poi, dopo aver abbassato i toni che lo avrebbero visto in protesta con lo stesso primo cittadino, Vallarelli fa anche un'altra considerazione. “In maggioranza – osserva ancora – ci sono degli aspetti che vanno chiariti: il centrodestra è una macchina che ogni tanto singhiozza, e che invece potrebbe compiere il suo percorso in maniera molto più spedita. Io, chiaramente, non sono del Pdl. E assieme al mio partito vorrei che anche il primo cittadino, come me, dato che si professa dell'Udc, fosse in maniera altrettanto chiara non del Pdl”.
Poi lo stesso consigliere comunale non risparmia una stilettata allo stesso Popolo della Libertà, difendendo invece l'Udc. “Non si possono addossare responsabilità – afferma - a un partito che rappresenta un sedicesimo del consiglio comunale, quando invece i problemi più evidenti sono in una realtà politica che ha i numeri, ma le cui difficoltà si stanno palesando sia a livello nazionale che a livello locale, con dissidi – in questo secondo caso – che vedono, per esempio, un consigliere comunale assentarsi sistematicamente (il riferimento chiaro è a Pietro Cristantielli, da tempo dichiaratosi indipendente, ndr). Se questo stesso consigliere è indipendente, allora non può essere preso in considerazione dal Pdl quando fa comodo al partito, per poi ignorare la sua presenza quando invece non torna utile. L'udc vuole il bene di Casamassima e ha per scopo l'interesse del paese e della sua cittadinanza, per cui quando riterremo che il sindaco non ricoprirà più il suo incarico in maniera adeguata noi dell'Udc saremo i primi a chiedere che venga sfiduciato. Quello che stiamo chiedendo è il rispetto degli accordi preelettorali, in base ai quali l'Udc avrebbe dovuto ottenere maggiore visibilità in giunta, con un conseguente adeguamento di deleghe nel Pdl. Prima delle elezioni del 2011, infatti, vi fu un accordo tra il segretario provinciale del Pdl, Antonio Distaso, e quello dell'Udc, Filippo Barattolo, che andava in questa direzione, anche se adesso i consiglieri comunali del Pdl casamassimese negano l'esistenza di questa intesa. Io rappresento un partito che ha espresso 800 preferenze non un singolo consigliere, per cui quello che chiediamo come partito è ciò che riteniamo sia giusto ci spetti. Ad ogni modo – conclude Vallarelli – qualsiasi sacrificio o qualsiasi rinuncia dovessimo compiere sarà per il bene del nostro paese”.
[da La voce del paese del 5 ottobre 2013]
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Ammetta che il sindaco non la convince perchè legato al carro dei pidiellini, che a loro volta sono i muli da traino di...
VALLARELLI, altri prima di lei hanno scoperto il gioco delle presenze/assenze (motivi personali!
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