“In merito alla durata del mio incarico come presidente delegato del comitato per la festa di san Rocco, e al fatto che lo stesso non possa protrarsi per oltre cinque anni di seguito, faccio presente il fatto che, oltre a non essermi riconfermato da solo nel ruolo, dopo il primo quinquennio sono stato riproposto come presidente delegato dai vari parroci che hanno prestato servizio pastorale alla chiesa Madre. E lo stesso incarico mi è stato affidato, di anno in anno, prima da don Nicola, poi da don Gianni, e adesso in ultimo da don Carlo, dopo che di volta in volta ho presentato il bilancio della festa e, in maniera dettagliata, il quadro completo di tutte le entrate e di tutte le uscite a essa collegate”. Martino Montanaro, da trent’anni organizzatore della festa patronale cittadina dedicata a san Rocco assieme al relativo comitato, spiega così il suo lungo mandato alla guida dell’ente che predispone i festeggiamenti di inizio settembre, facendo anche delle precisazioni a riguardo, anche alla luce di quanto accaduto dopo l’ultima tre giorni di festeggiamenti dedicati a san Rocco, e ai presunti dissapori che lo vedrebbero non più in armonia con il parroco della chiesa Madre, don Carlo Lattarulo.
“Se per tanto tempo – osserva ancora Martino Montanaro – mi è stato affidato questo importante compito nell’ambito del comitato, allora vuol dire che il mio lavoro, e quello dei miei collaboratori, è stato portato avanti nel migliore dei modi. E’ vero che di anno in anno mi veniva rinnovato l’incarico di presidente delegato, e che il rinnovo avveniva in deroga rispetto alla norma dei cinque anni, ma è altrettanto vero che in trent’anni di attività il comitato san Rocco di cui sono stato parte attiva ha fatto tanto per la parrocchia Santa Croce e per l’intera collettività casamassimese. Sotto la mia gestione, tanto per fare degli esempi concreti, il comitato san Rocco ha interamente finanziato la realizzazione del portone in bronzo che si trova all’ingresso principale della chiesa Madre, ha acquistato il crocifisso in oro posto nell’abside della stessa chiesa, ha coperto i costi dei lavori di restauro dei quadri che si trovano al suo interno. Ancora, ha comprato il rivestimento in argento che ricopre il Vangelo, ha sostenuto metà delle spese che hanno permesso l’acquisto e la messa in funzione delle campane, ha fatto eseguire due restauri della sacra immagine di san Rocco e uno della base che la sostiene. E poi, nel corso di tutti questi anni, sempre il comitato ha contribuito all’acquisto di due immobili in cui poi si sono svolte la catechesi e alcune attività della chiesa, dando un aiuto economico consistente anche quando si è trattato di realizzare la nuova pavimentazione della chiesa più importante del nostro centro storico, così come ha provveduto a comprare gli arredi in argento della cappella di san Rocco. Ha infine sostenuto con un contributo, e per diverso tempo, l’opera di due nostri concittadini missionari, dando anche vita a numerose borse di studio. Questo – prosegue Montanaro – è ciò che è stato fatto durante il mio lungo incarico da presidente delegato, che ho sempre ricoperto con grande devozione. Nel corso dell’ultima festa del settembre scorso, però, tra me e il parroco don Carlo Lattarulo, presidente del comitato dato che io sono il delegato, sono nate delle incomprensioni, legate sia all’organizzazione della festa, sia all’individuazione dei percorsi delle processioni. Incomprensioni che tra l’altro, in quest’ultimo caso, hanno anche determinato un danno economico al comitato della festa patronale. Per queste ragioni, dato che è venuto meno il rapporto di fiducia tra me e don Carlo, nell’ultimo incontro del consiglio pastorale parrocchiale, avvenuto lo scorso 8 ottobre, ho comunicato all’assemblea che concluderò il mandato di presidente delegato ricevuto quest’anno e poi basta. Una volta onorati tutti gli impegni legati all’organizzazione della festa di quest’anno, già assunti con i vari enti interessati, e una volta presentato il bilancio della festa di san Rocco 2013, ho deciso di dire basta”.
[da La voce del paese del 2 novembre 2013]
Commenti
Oppure, siate veramente onesti, e confessate che gli interessi che ci sono in ballo fanno talmente gola a tanti che è un peccato dare in mano ad un giovane questo "affare"....meglio tenerlo tra amici di amici....capisc a mè!!
Per quanto riguarda il Comitato dopo 30 anni si deve cambiare in tutti i ruoli, politica, chiesa, associazioni e anche nel Comitato di San Rocco e se Montanaro non ha saputo trasmettere ad altri la sua esperienza vuol dire che non ha svolto al meglio il suo ruolo.
Per quanto riguarda la Festa ci sarebbe anche molto da dire, due esempi: gli spari a tarda ora che possono vedere in pochi e tiene fuori molti anziani e bambini e le giostre da anni sempre le stesse sempre più vecchie, forse anche queste facevano parte della tradizione che non deve cambiare!
Speriamo solo che non si risparmi troppo!!!