Anche Casamassima avrà una scuola superiore. Questa non è certo una notizia, visto che la cosa è chiara da un bel po', ciò che invece parrebbe non ancora chiaro (e/o definitivo) è l'indirizzo didattico di questa nuova scuola. É una scelta che andrà fatta con cura, valutando le potenzialità del paese e delle zone limitrofe. Si deve creare un liceo o un istituto tecnico?
L’anno scorso, ricordiamo, la Provincia approvava la scelta della Rosa Luxemburg (indirizzo professionale commerciale), ma è da capire che accadrà quest’anno: sarà confermata?
Sono molte le possibilità che si prospettano a chi dovrà scegliere. L'apertura di una scuola superiore, si sa, è sempre un'opportunità di sviluppo, culturale e non solo, per una comunità. Attrae ragazzi dai paesi vicini e potrebbe permettere a diversi giovani casamassimesi di non dover spostarsi nel caso fosse centrato il giusto indirizzo.
Abbiamo provato a chiedere ai giovani, i più interessati da questa novità, cosa ne pensano, quale dovrebbe essere secondo loro l'indirizzo della scuola.
Antonella Claudio: “La costruzione della scuola è una cosa che sto vedendo tutti i giorni perché è situata proprio dietro casa mia. Se dovessi scegliere, preferirei tanto che diventasse un alberghiero perché nelle vicinanze non ce ne sono poi tanti. Mi auguro solamente che, qualsiasi sarà l'orientamento della scuola, ci siano dei docenti ben qualificati che ne portino sempre più in alto il nome. Cosi che anche molti ragazzi di Casamassima possano sceglierla”.
Enrico De Marzo: “Secondo me tra le "pecche" della nostra cittadina non si può non menzionare l'impossibilità, per i nostri giovani, di poter seguire un percorso di studi secondari. Ergo ogni giovane studente è costretto a "emigrare" nei vicini paesi per poter frequentare un qualsiasi indirizzo scolastico. In questo modo la cittadina perde letteralmente le sue nuove generazioni che, ovviamente, finiscono a legarsi ai luoghi in cui trascorrono 9 mesi all'anno. Una città in rapida espansione demografica non può più non considerare la possibilità di fornire un'adeguata scelta formativa per le nuove generazioni. Tra le tante possibilità formative che il nostro paese può offrire, mi piacerebbe molto che venisse scelto un indirizzo professionale. Questo permetterebbe uno sbocco lavorativo più immediato o comunque una preparazione che non escluderebbe qualsiasi possibile futuro universitario.
Vorrei concludere con una citazione di Elbert Green Hubbard: ‘Questo non sarà mai un paese civilizzato fino a quando non si spenderanno più soldi nei libri che nelle gomme da masticare’”.
Michele Barnabà: “Io penso che si dovrebbe puntare su un istituto tecnico, una scuola che dia sbocchi e che imposti già la mente dei ragazzi all'ambito lavorativo”.
Luca Castellano: “Sia per esperienza personale che per preferenza, sarei soddisfatto se la nuova scuola fosse un istituto tecnico economico. Le motivazioni sono tante: offre maggiori sbocchi lavorativi, in quanto le aziende richiedono spesso diplomati tecnici; l’area amministrazione, finanza e marketing attraversa tutti i settori produttivi; le figure più ambite dal mercato del lavoro sono coloro che possiedono capacità tecniche e culturali, in grado non solo di tenere l'azienda sul mercato, ma anche di migliorarla. Inoltre, gli istituti tecnici hanno nel loro piano di studi materie specifiche che permettono di imparare una professione o un mestiere, quindi permettono dopo 5 anni di offrirsi con profitto al mercato del lavoro (quando c’è!). Gli istituti tecnici non devono essere considerati, come spesso accade, una scuola di secondo piano, anche perché permettono comunque, una volta finiti i 5 anni, di proseguire con qualsiasi percorso, anche con gli studi universitari”.
Isa De Tommaso: “La scelta di una scuola superiore é qualcosa di individuale. Non è facile dire quale scuola superiore costruire perché ognuno sceglie di frequentare quella che più si avvicina ai propri interessi e alla propria prospettiva futura. La scuola superiore che potrebbe offrire un insegnamento completo è il liceo classico, ma prima di arrivare a una conclusione bisogna tener conto delle problematiche della società. La maggior parte dei giovani, oggi, si iscrive alle scuole superiori più per obbligo che per volontà, quindi sono portati a scegliere quelle più "semplici" per studiare di meno, per avere più tempo libero e per evitare tutte quelle materie ritenute difficili o a volte inutili. Per questo ritengo più opportuno optare per la costruzione non di un liceo, ma di un Istituto tecnico e professionale. Un liceo ha l'obiettivo di fornire una formazione a livello generale e dà agli studenti un metodo di studio rigoroso e necessario per affrontare al meglio l'università. L'istituto tecnico e professionale ha l'obiettivo di preparare lo studente in una specifica professione. La costruzione di quest’ultimo, dunque, sarebbe più utile, perché avvicinerebbe più giovani alla cultura e all’educazione, permettendo loro di inserirsi, dopo i cinque anni di studio, nel mondo del lavoro”.
Alberto Bonomi: “Personalmente preferirei che la nuova scuola fosse un liceo classico, perché questo tipo di scuole sono lontane dal nostro paese. Secondo me creare un liceo classico sarebbe un punto di slancio e di crescita culturale per il nostro paese, basti pensare a tutti gli eventi che potrebbero esservi collegati, come il teatro, convegni e relazioni”.
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