Quattro anni. Ci sono voluti quattro anni. Con la sentenza del Consiglio di stato del 10 maggio 2013, pare calare il sipario sull’ennesimo abuso edilizio a Casamassima. La zona è quella della cintura del centro storico, la zona A, sottoposta a vincoli tali da dover fare attenzione prima di avviare un intervento edilizio. In questo caso trattasi di “violazione del parametro urbanistico-edilizio relativo alla superficie coperta”. I tempi della giustizia, si va ripetendo ormai in salsa nauseabonda, sono lunghissimi in Italia, e anche quella amministrativa ha bisogno di scadenze e incastri. È così che dal settembre 2009, data della prima segnalazione per il presunto abuso, si è giunti a maggio 2013 e qualche migliaia di euro di parcelle per avvocati e professionisti.
L’oggetto dell’illecito (confermato in sede di giudizio, dunque, e secondo quanto riportato nella sentenza) è “un vano abusivo” realizzato “mediante chiusura del terrazzo”, “a forma quadrilatera irregolare”. Le dimensioni interne dei lati: m. 3,98, m. 5,71 e m. 3,80; altezza utile interna: sotto trave m. 2,60 e sotto il tavolato del sottotetto n. 2,80. In sostanza sarebbe stata ricavata una stanza abitabile su un terrazzo, interamente abusiva, adibita forse ad attività diurne. Dettaglio irrilevante, in ogni caso. Una stanza in più non autorizzata.
La vicenda ha inizio nel settembre 2009, quando un cittadino segnala il presunto abuso. Sorvoliamo sui tempi di intervento da parte delle autorità competenti per le verifiche del caso. Successivamente l’ufficio tecnico, il 19 marzo 2010 ordina la demolizione, e il 16 agosto 2011 nega la sanatoria (vista proprio l’ubicazione dell’immobile, zona A, come detto). Il 21 ottobre 2011 ordina di “ridurre allo stato pristino le opere abusive realizzate sull’immobile di via De Giosa”. Tutto documentato negli atti. Si è però dovuto attendere l’esito dei procedimenti giudiziari di queste ultime settimane. Ora toccherà al Comune dare seguito alla sentenza con il relativo abbattimento.
In mezzo a tutto ciò vengono avviati vari procedimenti per evitare l’abbattimento, compreso un ricorso straordinario al presidente della Repubblica. Operazione, questa, che non frutta il risultato sperato e cioè l’annullamento dell’ordinanza, ma ottiene l’accoglimento da parte del Tar Puglia. Secondo il Comune (costituitosi, intanto) il provvedimento diventa sub iudice e quindi non sussiste l’obbligo di provvedere in capo all’ente; e poi la stessa ordinanza di ripristino sarebbe collegata in qualche modo alla disponibilità economica per effettuare l’intervento di abbattimento (circa 9mila euro).
La persona che ha segnalato l’abuso ricorre al Consiglio di stato che accoglie il ricorso: “Il Comune – si legge nell’atto – era tenuto a provvedere alla demolizione delle opere abusive” (secondo quanto disposto dal Dpr 380/2001, dalle nostre colonne più volte richiamato). “Contrariamente – è riportato ancora nella sentenza – a quanto ritenuto dal Tar è rilevabile un’inerzia in senso tecnico dell’amministrazione comunale, dato che la stessa avrebbe dovuto ultimare il procedimento sanzionatorio avviato, adottando, a seguito dell’emanazione dell’ingiunzione di demolizione, i provvedimenti e gli atti materiali ulteriori, diretti a darvi piena attuazione”.
“Va dichiarato – infine – l’obbligo del Comune di Casamassima di portare a compimento il procedimento repressivo degli abusi edilizi commessi mediante […] l’adozione di tutti gli atti e le operazioni materiali all’uopo occorrenti, entro 30 giorni dalla notifica della sentenza”, avvenuta nei giorni scorsi. In caso di ulteriore inerzia da parte del Comune interverrà il Prefetto di Bari, nominato Commissario ad acta.
L’intera vicenda sarebbe costata – in termini di salute – un aggravio delle condizioni di salute della parte che aveva segnalato l’abuso (una persona anziana) e, secondo quanto emerso dai documenti, probabilmente un ricovero ospedaliero d’urgenza durante le festività natalizie di un anno fa.
Tutto sommato, è il caso di dirlo, una pagina di buona giustizia che ha fatto il suo corso: ora la palla passerebbe al Comune.
[da La voce del paese del 1° giugno 2013]
Commenti
IN ATTESA DELLE ORE 6,00 (più probabile le ore 4,00)UN RISPETTOSO SALUTO.
Manifesto il mio disappunto e dispiacere per quanto è capitato alla "persona anziana" colpita da malore per l''abuso riportato nell'articolo e e per il provvedimento del TAR, ma si incoraggi adesso e gioisca.... lui la sua battaglia l'ha già vinta! 1 pari, intanto. Io gli auguro il 3 a 0 !
E poi, il mio collega ginecologo indiano, dice: "aspetta sulla sponda del fiume, che il cadavere del tuo nemico passerà!
Voci di paese raccontano che molte di tali denunce hanno interessato addirittura la PROCURA di Bari!
Le malelingue parlano di tecnici che ricoprono (o hanno ricoperto) incarichi molto delicati nelle varie amministrazioni.
Tutto questo appare un grande bluff: i politici di lungo corso non avrebbero mai capito e sarebbero stati raggirati? E la procura non sarebbe intervenuta?
E ancora oggi ricoprirebbero le loro delicate mansioni tecnico-amministrative?
Suvvia...grette dicerie di paese che lasciano il tempo che trovano!
O c'è qualche competente in materia che potrebbe chiarire quello che è oscuro ai comuni mortali?
Grazie.
Distante da "accomodamenti" e improbabili valutazioni, non sottomesso ai desiderata dei "furbetti del mestiere", non asservito al potere politico.
A capo del NOPE farà frandi cose!
Auguri architetto CAPACCHIONE!