Ormai ci siamo la bella stagione incalza e la voglia di uscire aumenta, anche solo per fare una semplice passeggiata in tutta tranquillità. Si ripresenta il problema di riqualificare e rianimare il corso e la piazza, ma anche se lo scorso anno l’esperimento di chiuderli al traffico per tutta la stagione estiva non ha riscontrato molto successo, quasi nulla sino a oggi è stato fatto per ovviare alle carenze del passato. Un corso ancora triste e trascurato non invita certo a trattenersi, e la mancanza di volontà non è da attribuirsi solo e sempre ai ‘poteri forti’, la richiesta e l’organizzazione deve venire soprattutto dagli esercizi, in particolar modo quelli ricettivi, che dovrebbero attrezzarsi adeguatamente con spazi all’aperto in cui creare anche delle situazioni di intrattenimento che trattandosi di zone urbane centrali saranno meno chiassose di quelle di periferia gettonatissime tutta la scorsa estate, ma altrettanto accattivanti, e dalle associazioni che potrebbero creare dei piccoli eventi di valenza sociale come si faceva una volta: indimenticabili sotto gli alberi i tornei di scacchi, le gare di gastronomia, le gare di atletica per i bambini, l’arrivo della mitica gara di ciclismo su strada Freccia delle ciliegie ecc. E con la giusta sinergia tra i vari soggetti si può, inventandosi quasi ogni sera qualcosa di diverso nel quale vengano coinvolte soprattutto le famiglie, i bambini e gli anziani più soggetti alla permanenza in loco, così come si verifica in alcuni paesi limitrofi quotidianamente animati da mille iniziative con un ricco calendario estivo di piccole manifestazioni alle quali si affianca la ricettività degli esercizi di bar-ristorazione attrezzati a dovere con servizi e tavolini esterni. È ridicolo continuare ad ascoltare (da parte di moltissimi) pareri negativi nei confronti della nostra comunità ed elogiativi verso le altre esterne, del tipo: “qui non si fa niente… è un paese morto… lì si fa così… e lì si fa colà...” e non impegnarsi affinché anche da noi si faccia così e colà e che per farlo occorre solo un po’ di buona volontà. Ripropongo, rischiando la logorrea, ancora una volta quanto espresso e riespresso in un articolo dello scorso anno confidando sempre che smuova le coscienze sopite, ma non credo morte, in un contesto davvero meritevole di attenzione: “Purtroppo nonostante la sua imponenza scenografica tutto il nostro corso e la piazza non versano nelle condizioni degne di una cittadina quale dovrebbe essere la nostra considerando le importanti realtà sul territorio e la presenza di un elevato numero di forestieri residenti e di passaggio. Circoli politici e comitati vari la fanno ancora da padrone in un revival degli anni del dopoguerra lì dove dovrebbero esserci esercizi ricettivi che invitino alla convivialità e permanenza; la sporadicità di esercizi commerciali e i pochi bar piuttosto “retro” e senza possibilità di trattenersi, sono causa di emigrazione mondana verso altri paesi che rispondono a una richiesta più moderna; l’assenza totale di un accattivante arredo urbano e lo stato di abbandono di spazi come quello della trascurata fontana dello scultore Giuseppe Rizzi o della caratteristica piazzetta San Francesco, ma soprattutto della stessa piazza abbruttita anche da insegne, striscioni e “chalet” inquietanti fanno da deterrente a qualsiasi forma di passeggio, tanto da non vedere più da anni persino i ragazzi “sotto gli alberi”.
Qualcosa si è fatto, quantomeno sono scomparsi striscioni e chalet e si è avviato il restyling di alcuni spazi urbani anche nel borgo antico dove procedono i lavori Pirp che ci hanno restituito piazza Delfino e piazza San Francesco che anche se possono sollevare qualche perplessità estetica (il piano è stato progettato anni fa dall’Utc e così realizzato per evitare di perdere i fondi europei) sono comunque attrezzate con un’impiantistica per il loro migliore utilizzo e saranno completate di arredo si spera a breve termine. Necessaria a questo punto è l’attuazione definitiva del nuovo Piano del traffico già approvato e presentato da tempo agli abitanti del borgo che verrebbe finalmente liberato dalle auto. Con grande soddisfazione possiamo anticipare che dall’indagine sociologica rilevata dai piccoli architetti su un campione di 50 famiglie del borgo, all’unanimità non vogliono la circolazione delle auto e sono felici dell’organizzazione di eventi e sagre. Sarebbe opportuno che l’applicazione del regolamento, insieme alla chiusura serale del corso, sia effettuata proprio con la bella stagione che consente un più facile approccio e adattabilità alla nuova situazione che ci farebbe riscoprire il piacere di muoversi a ritmi più umani con grande risparmio di sprechi e di inquinamento e guadagno in salute, spirito ed energie in un momento in cui tutte le forze sono concentrate su “mobilità sostenibile, decrescita felice, green-economy ecc.” soprattutto per non vivere più contro natura e riconquistare i nostri spazi e noi stessi.
[da La voce del paese dell'11 maggio 2013]
Commenti
Tecnicamente si usa dire Z.T.L. (Zona a traffico limitato) che comporta la monitorizzazione e la limitazione dell'accesso al centro storico ai soli residenti.
Questi scienziati, invece, intendono chiudere il traffico indiscriminatamente, rendendo il nostro stupendo borgo antico un ghetto da far depredare ai vandali che nelle ore notturne popolano le strade del paese.