“Abbiamo acquistato 90 chili di torba e piantine di begonie per rendere il nostro salotto un pochino più carino”. Così, Antonio Busto, ha voluto inviare una raccomandata all’amministrazione chiedendo la ricevuta di ritorno: “Dopo tutte le tasse che questa amministrazione ha ‘aggiunto’ quando vedremo i servizi che spettano ai cittadini?”.
La ‘protesta verde’ che la Uil ha messo in piazza Aldo Moro (il salotto) è servita semplicemente a dire “che non ci stiamo a vedere la nostra centralissima piazza non curata. Abbiamo voluto lanciare un segnale chiaro: vogliamo pulizia e servizi per i quali paghiamo”.
La protesta, il cui slogan recitava “I cittadini amano il verde, ma non rimanere al verde”, rende l’idea sull’iniziativa. “Hanno partecipato, tra una cosa e l’altra, una cinquantina di persone. Non tutti hanno fatto i giardinieri; molti curiosi, avvicinandosi, ci hanno rivolto parole di incoraggiamento, ma molto spesso anche frasi di scoramento. Del tipo ‘chi ve lo fa fare, non lo sapete che non serve a niente?’. Quello che mi ha colpito particolarmente è che a due giorni dai lavori di giardinaggio, siamo tornati a raccogliere pacchetti di sigarette dalle fioriere”. Senza parole.
Ma andiamo con ordine. Qualche sabato fa, la Uil di Casamassima, ha organizzato questa giornata di protesta verde con l’obiettivo di ripulire e riqualificare il verde urbano di piazza Aldo Moro, simbolo cittadino e ‘salotto’ del nostro comune. I lavori sono cominciati al mattino presto: pulizia delle fioriere, potatura delle palme, raccolta dei rifiuti, per finire nel pomeriggio con la piantumazione delle begonie e l’innaffiatura. “Abbiamo raccolto una decina di bustoni di spazzatura – ha riferito Busto – raccolti dall’Ecologica pugliese”.
L’evento – non collegato alla giornata di pulizia del pianeta “Puliamo il mondo” – serviva soprattutto a “ribadire la nostra contrarietà a una politica economica locale di sole tasse” – ha incalzato il segretario – e per chiedere alla politica di dare significato alle parole ‘confronto’ e ‘partecipazione’. E poi per chiedere alla politica di smetterla con lo sport dello scarica barile”. “In centro come in periferia – ricorda rammaricato, poi – il degrado è lo stesso. È importante far capire ai cittadini come vengono spesi i loro soldi, altrimenti nessuno si preoccuperà di tenere pulito il proprio paese. Evitiamo l’uso clientelare del denaro pubblico”. “Da sempre – ha detto ancora Busto – abbiamo palesato la nostra volontà di partecipare a un confronto su spese, tagli, investimenti. Abbiamo convocato una conferenza cittadina sul bilancio, l’amministrazione ha partecipato ma non ha prodotto alcun riscontro. Allora chiedo loro: quando la smetteranno di scaricarsi le responsabilità e quando ci forniranno le risposte che aspettiamo? Esempio. Noi siamo un sindacato, non un ufficio di collocamento. Ma molti si rivolgono a noi alla disperata ricerca di un posto di lavoro. Ecco, l’amministrazione quando penserà a favorire l’occupazione?”.
Il gatto che si morde la coda. “A Casamassima mancano insediamenti produttivi, eppure ha tutte le potenzialità per essere uno snodo logistico strategico. Occorre sbloccare il Pip e avviare l’area produttiva, volano di sviluppo. Casamassima può migliorare, ma vedo molto disfattismo: molti credono che le cose resteranno così come sono”.
Poi torna all’iniziativa ecologica ed estetica: “Mentre piantumavamo le begonie, davamo un po’ di colore a questa piazza abbandonata, molti ci hanno detto ‘Non serve a niente’. Io dico che manca controllo e buona educazione. Perché se è vero che da una parte mancano i servizi, dall’altra manca la cultura dell’ordine e del pulito. Eppure ci vuole così poco. Noi tra la mattina e il pomeriggio abbiamo ‘investito’ 4 ore del nostro tempo e un totale di 200 euro”.
Con tanto sperpero di denaro pubblico, almeno sul salotto l’amministrazione potrebbe spendere questi pochi spiccioli.
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