Eravamo tutti in piazza, ieri sera, con il fiato corto e il calore sulla pelle, il cuore che a tratti sembrava straripare e il desiderio di riscatto. Un riscatto che per la verità non aveva molto senso, visto che l’Italia finora ha sempre battuto la Germania negli appuntamenti più importanti.
Quelli calcistici.
E invece la partita degli Europei 2012 tra Germania e Italia aveva un sapore agrodolce, come quando si mescolano cipolline, zucchero e aceto balsamico.
Si respirava un’atmosfera antispread: anche i più piccoli gridavano “Merkel” (e giocavano con gesti poco equivoci) quando gli azzurri si portavano pericolosamente avanti nella metà campo tedesca o quando 'superMario' ha portato il pallone in rete per 2 volte; sembrava quasi che i nostri giocatori potessero sfondare la barriera della crisi, rimarcare che la creatività e la voglia di combattere, tipicamente italiota, scandissero i tempi della rivincita. Ma era solo una partita di calcio.
Noi in piazza, i capi di stato europei chiusi nelle stanze di Bruxelles a decidere le sorti dell’euro, che ironia della sorte ha voluto confondersi con gli “Euro2012” del pallone.
“L’Italia è un paese che gira intorno alla palla”, e per strada il silenzio a Casamassima, la nostra cittadina che partita dopo partita ha ritrovato la concentrazione sulla nazionale dopo gli scandali delle scommesse. Ma noi siamo un popolo mediterraneo, ci arrangiamo, ci inventiamo soluzioni, sopravviviamo.
Abbiamo il gene della resistenza (come scrivevamo settimane fa a proposito della crisi sul nostro settimanale)..
Ieri sera l’Italia ha battuto la Germania 2-1, e il rigore tedesco è stato inutile. Doppio senso capitalizzato durante il summit, a notte fonda, quando la Francia di Hollande si è schierata con il Belpaese portando a casa un risultato: lo scudo antispread. Ma servirà davvero?
Intanto le borse festeggiano, il popolo fa caroselli fino a notte fonda, la piazza di Casamassima si riempie di suoni e persone, le auto scorazzano per le vie cittadine e uno strano senso di potenza riempie i cuori degli italiani. Molti si commuovono alla notizia dell’accordo europeo.
Tutto fumo negli occhi, però.
Ma per ora gli italiani (e il resto dei paesi ‘poveracci’, ‘straccioni’ e ‘terroni’) esultano.
Il calcio è cosa nostra.
I festeggiamenti appena conclusa la partita Germania-Italia in piazza a Casamassima
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