Abbiamo atteso oltre 3 mesi prima di vedere online i patrimoni dei nostri amministratori centrali, uomini e donne di un certo livello, professionisti indiscussi e funzionari dello stato (i cui stipendi, per l’incarico pubblico, sono a carico dei cittadini italiani).
Chi non può dare il buon esempio da sempre buoni consigli.. come dire: perché non copiare l’iniziativa e diffondere dati (non più) sensibili? Molti casamassimesi, del resto, non aspettano altro.
Tanta è stata la curiosità (o l’ansia di sapere se non di spiare) che il sito del governo, appena comunicata la notizia, è andato in tilt: c’era da aspettarselo. Sicché la nostra redazione proverà a curiosare tra i casamassimesi e proporrà un sondaggio chiedendo ai cittadini se sono o meno concordi sulla diffusione dei redditi dei notabili amministratori casamassimesi (inteso come politici e funzionari del Comune).
Sul settimanale abbiamo pubblicato (ma lo faremo anche online) un excursus sui costi della politica di casa nostra: i dati definitivi sono quelli del 2009 e siamo in attesa di ricevere quelli degli anni successivi. Le riflessioni che possono derivarne sono relative alle spese che il Comune sostiene ogni mese: dagli stipendi alle consulenze extra, ai contenziosi, ai contributi vari, alle spese di telefonia e rappresentanza, a quelle dei mezzi pubblici (i buoni benzina, per esempio, a chi vengono consegnati? E dove vengono spesi?).
La politica per troppo tempo ha tagliato fuori i cittadini dalla partecipazione amministrativa del popolo e del paese, non sarebbe forse il momento di fare un passo indietro e rimettere ai propri elettori le decisioni importanti? Il Consiglio comunale è certamente il luogo e il momento di ascolto: non dimentichiamo la storia, fu Mussolini a togliere agli elettori la possibilità di eleggere il proprio sindaco.
Oggi noi ne abbiamo la possibilità, ma si sa: fatta la legge trovato l’inganno, e si fa passare per democratico un processo di partecipazione noioso, perché non si riesce a spiegare in linguaggio popolare quel che occorre fare per amministrare.
La settimana scorsa rievocavamo il ciclone Tangentopoli e qualche nostalgico della Prima repubblica ricordava che ‘allora’ gli aspiranti politici erano sottoposti a un percorso formativo perché fossero in grado di governare e mantenere i giusti equilibri (che poi l’essere umano abbia una particolare predisposizione all’avarizia e alla furbizia è altro conto). Con ‘Manipulite’ quel tipo di politico era stato messo in disparte, ma quello che gli è subentrato (molto impreparato e ancora più avido) ha portato allo sfascio dell’identità del politico (che ricordiamo deriva dal greco politikós, che a sua volta deriva da pólis, città, quindi il politico è interessato alla comunità tutta). Oggi dunque assistiamo a quel che resta.
Questi nuovi politici succeduti (rampolli avidi e ‘affaristi’) sono in grado di amministrare? Sono competenti? Come dire: hanno le conoscenze giuste?
Casamassima si appresta a un momento critico e non possiamo permetterci ulteriori aumenti di tasse e tributi: la povertà dilaga (si pensi che nell’ultimo anno le famiglie assistite dal volontariato locale sono passate da 10 a 100!), il lavoro regolare scarseggia mentre quello ‘a nero’ dilaga, aziende rallentano gli investimenti o scappano da Casamassima, interi comparti entrano in crisi..
Ma questa amministrazione, nel suo programma, ha la valorizzazione delle risorse esistenti e l’implementazione di attività produttive; si legge: “L’Amministrazione deve adoperarsi per far sì che le grandi trasformazioni vissute ed ancora in atto nel Comune di Casamassima devono essere finalizzate a nuove opportunità di lavoro con particolare attenzione alla qualità delle proposte. Contemporaneamente all’avvio della realizzazione del Pip per le aree destinate alle attività produttive, con attenzione all’artigianato e alla piccola impresa”.
Siamo speranzosi che vorranno cominciare a concretizzare: per ridare speranza al popolo che chiede lavoro e dignità personale.
Un uomo è libero quando può permettersi un lavoro.
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