Dal 2 gennaio 2012 gli esercizi commerciali sono liberi di stabilire orari di apertura e riposo settimanale. È il risultato della manovra finanziaria varata dal governo che ha dato il via alla liberalizzazione: negozi, bar, ristoranti, locali, grandi magazzini e supermercati di tutti i centri italiani (e non solo per quelli localizzati in città turistiche o d’arte come ipotizzato inizialmente) potranno decidere in autonomia come gestire il servizio al pubblico.
Ma trattasi di opportunità o danno?
In Puglia, la Regione annuncia il ricorso contro la legge nazionale, a Casamassima ancora i commercianti sono frastornati, ma ci ripromettiamo di sentirli proprio tutti per capire come vorranno organizzarsi e cosa ne pensano.
Per alcune imprese del commercio di piccole e medie dimensioni la maggiore libertà rappresenterebbe un danno – stando ai primi commenti raccolti – perché causerebbe una nuova flessione per l’economia e la perdita di posti di lavoro, visto che tali attività temono di essere schiacciate dai ‘giganti’, i centri commerciali.
Confesercenti è contraria: «Non possiamo assistere ancora a interventi di governi nazionali e locali che colpiscono esclusivamente le piccole e medie imprese del commercio. La misura è ormai colma, o si interviene a sostegno delle Pmi o sarà serrata» ha minacciato Giammaria, presidente dell’ente romano.
Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) invece è favorevole: per Carlo Pileri, presidente, «questa situazione del tutto nuova per l’Italia darà l’opportunità al commercio di rinnovarsi e di lavorare sulla vera concorrenza per conquistare la clientela» riducendo i prezzi e risollevando l’economia del paese.
In regime di libera concorrenza si comincia a far pronostici: molti piccoli esercenti potrebbero puntare su orari in netta controtendenza col passato adeguandosi alle esigenze dei lavoratori/clienti, chiudendo nelle ore lavorative – ad esempio – e aprendo la sera, quando il proprio target tipico (impiegati ecc. appunto) ha più probabilità di avere tempo libero per determinati consumi e acquisti. Dalle librerie all’elettronica di consumo, dalla enogastronomia ai saloni di estetica.
La liberalizzazione degli orari offre quindi pari opportunità: con questo provvedimento Auchan non sarà più tenuto a sostenere il Comune di Casamassima con contributi finanziari.
Il 2011 si era chiuso – ricorderemo la lunga discussione in Consiglio comunale dello scorso settembre – con circa 50mila euro, versati dall’Auchan al Comune e girati alla Pro Loco per gestire l’organizzazione degli eventi culturali e le sagre.
Intanto, nelle scorse settimane, la Regione Puglia aveva varato il nuovo regolamento sull’apertura di nuovi centri commerciali, chiaro e innovativo (ad adottarlo è la prima in Italia), con una vocazione particolare allo sviluppo sostenibile del commercio: mette insieme le esigenze sulle liberalizzazioni, i principi costituzionali, le direttive comunitarie e – soprattutto – quelle dei consumatori e dei lavoratori. Dovranno assumere lavoratori con regolare contratto, favorire la vendita di prodotti locali alimentari e non, ma soprattutto essere a ‘impatto zero’.
“Con questo regolamento – aveva dichiarato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – stiamo creando l’ipermercato a ‘impatto zero’. È una vera rivoluzione che tutela l’ambiente, i consumatori, i lavoratori e l’intero territorio. Una vera rivoluzione che non costringerà più gli utenti a recarsi in luoghi individuati solo in base agli interessi di chi costruisce, ma che porterà le stesse grandi strutture lì dove più vicino è l’utente. Teniamo conto della liberalizzazione che lo stesso Monti ci chiede, rispettando il principio costituzionale dell’utilità sociale dell’iniziativa commerciale e tenendo conto di tutte le norme comunitarie in materia”. Il regolamento è il risultato del tavolo di concertazione svolto con il mondo del partenariato.
Dopo la firma ‘urgente’ del presidente, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Puglia, entrerà definitivamente in vigore.
Le domande per gli ampliamenti e le trasformazioni potranno partire dopo la pubblicazione del regolamento sul Burp; le richieste per i nuovi insediamenti dovranno rispettare due fasce temporali a disposizione: dal 1° al 30 aprile e dal 2 al 30 novembre di ogni anno.
Per effetto del nuovo regolamento, alla provincia di Foggia vede riconosciuto un corretto equilibrio tra numero di abitanti e superfici di vendita ammesse; ciò consentirà nel foggiano un incremento dell’indice e della media tra punti di vendita alimentari e non, e quindi più ipermercati.
Commenti
Come giustamente fa notare Carlo Pileri (presidente di Adoc), si stimola la concorrenza e si da al negoziante un'insperata autonomia che gli permetterebbe una maggiore visibilità proprio nelle fasce orarie diverse da quelle canoniche "d'ufficio".
Io, che faccio orari d'ufficio, ho difficoltà nel reperire tutto ciò che mi serve dal momento in cui esco dall'ufficio e questa soluzione viene incontro alle mie esigenze.
Il mio è solo un esempio, ma come me credo ci sia una moltitudine di gente.
Certo, i contributi finanziari di Auchan hanno sempre fatto comodo, ma ora sta ai piccoli commercianti far vedere di che pasta s'è fatti aggiornando e innovando le proprie realtà.
Signori...vorrei ricordarvi che siamo in recessione, perciò rimbocchiamoci le maniche!